Malindi (Kenya) - Fausto Stefani WebSite

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Malindi (Kenya)

Kenya
Sono figlio del cammino, la carovana è la mia casa e la mia vita è la più splendida avventura.
Ogni mattina, in Africa, una gazzella si  sveglia e sa che deve correre più in fretta del leone o verrà mangiata.  Ogni mattina, in Africa, un leone si sveglia e sa che deve correre più  veloce della gazzella o morirà di fame. Quando sorge il sole, in Africa,  non importa se sei un leone o una gazzella: è meglio che cominci a  correre ! (Proverbio Africano)
Ogni mattina, in Italia, un sacco di gente  si sveglia e comincia a correre senza sapere dove deve andare. Ogni  sera, in Italia, un sacco di gente va a dormire senza chiedersi cosa ha  corso a fare per tutto il giorno. Se vivi in Italia è meglio che ogni  tanto ti chiedi che cavolo hai da correre.
(Proverbio di Fausto)

La prima volta sono arrivato a Malindi in un  giorno di Novembre, per caso, senza sapere. Mi ci ha portato Daniele.  Era la meta da italiano orario full-time, da vivere così, alla giornata,  senza conoscere altro che le foto-cartolina dei siti web e delle  agenzie di viaggio: allora Malindi mi ha scorto tra la gente ed è scesa  su di me come un vestito, come un abbraccio. Il tempo di un respiro è  sufficiente per queste cose. Era una bella giornata di sole.
Malindi ha cominciato a parlarmi del Kenya e  poi dell'Africa in quella lingua (lo Swahili) che serve a cantare e  raccontare. Sottovoce e gridando.
Mi ha detto delle cose, ha preso un  po' del mio cuore e della mia anima e li ha tenuti per sé. In cambio mi  ha lasciato occhi nuovi per vedere. Lo so, perchè ora versano più  spesso qualche lacrima che prima sarebbe rimasta nascosta a vergognarsi  di sé. Nello specchio appaiono diversi eppure sono uguali a prima.

Malindi  mi ha raccontato una storia che ancora si sta scrivendo: è la storia di  terra e popolo, di culture e di lingue, di colonialismo che è storia di  ieri e strisciante, ipocrita neocolonialismo che è storia di oggi. (Mi  ha raccontato anche la storia di un Maasai e di un leone, ma l'ho  dimenticata per poter tornare ad ascoltarla ancora). Sopra tutte le  cose, dentro le cose e nelle persone, però, c'è violenta tutta l'Africa e  non l'Africa del National Geographic dopo cena, non l'Africa dei  tamburi e dei batik appesi nel soggiorno, dove la luce fa risaltare quei  colori così particolari... così intriganti... che si perdono nel tempo  del ricordo mal raccontato che in realtà non si è mai vissuto veramente.

C'è  una terra fertile più per il sangue che per il sudore, c'è una terra  calda che l'uomo bianco si dimentica tra le gambe ancora più calde di  una giovane puttana, paradiso da mille scellini e rischio di contagio  all-inclusive. C'è la terra che fiorisce nelle Rose del Deserto, dilaga  nelle Bouganvillee ai bordi delle strade, dominata dai baobab, nati  prima dei coloni bianchi e superstiti di quel selvaggio custodito per  denaro e per amore in parchi e riserve.

C'è la terra che aspetta qualcuno che la ami e non la sfrutti senza ricambiare. Ecco perchè è rossa, la terra si ripaga da sola, con il sangue. A Malindi questo traspare al crepuscolo. Non so perchè, ma forse sono i colori. Dopo due giorni comunque smetti di farti queste domande e ascolti il silenzio. Hakuna matata rafiki, non c'è problema amico.
Sai, Mzungu, Uomo Bianco come io sono (per premio e per condanna) vorrei anche dirti che Malindi darà anche a te gli stessi occhi. Non puoi rifiutarli. Accade e basta. Puoi guardarci il mare, le traiettorie degli aironi, la marea che va e che torna sempre al momento giusto, le nuvole, il verde delle foglie, l'alba, il tramonto, la sabbia e la terra.
Oppure fa finta di nulla, come se fosse tutto come prima. Preoccupati della malaria, ti hanno detto che qui ce n'è per tutti. Ma se sei venuto qui a sfidarla (perchè ti dico un segreto: qui la malaria non c'è...) allora puoi pensarci su, perchè questa è una terra che può dare tanto anche a te.

Viene voglia di restare a far fortuna, perchè la gente (quella nera) ti dirà sempre di si per due scellini al giorno. E poi tu la sai lunga fratello italiano, conosci la vita: villa, ristorante, resort, bungalow, negozio? Fa la tua fortuna e prendi quanto puoi, perchè la vita è breve e prima di morire devi essere fiero di te stesso. Ma che rimanga Cosa Nostra, ok?

Io, per me, tengo gli occhi nuovi fissi sull'orizzonte vecchio quanto la vita: ho visto dei leoni che non erano neppure troppo tristi. Non ho avuto il coraggio di dire loro che non sono veri, che sono lì per i turisti: per non offenderli, certo, ma anche perchè non sono sicuro che sia così. Un leone rimane sempre un leone: l'Africa ha gabbie solo per gli uomini.

Ho bevuto vino di cocco con dei suonatori di tamburo. Non Coca Cola. Ho sentito nella schiena tutte le buche delle piste dei safari, sento ancora il sapore dietro i denti della polvere rossa. Sento il sapore amaro dei Marunghi, masticati per ore per non sentire il caldo e la fatica.

Allora ho guardato negli occhi la gente e qualcuno ha capito che dietro il mio portafogli c'è una persona, non solo il Turista. Come loro (con il ritardo di cinquant' anni di occidente) sono in viaggio. Non ne conosco il prezzo, non me ne curo: non so cosa cerco, ma l'Africa mi chiama.

Sono molto amico di un Maasai, ferito da un leone...

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